L’uscita dalla pandemia offre una occasione unica per attuare in Italia una politica di sviluppo sostenibile. La nuova Strategia deve indicare le modalità di coordinamento. La Conferenza sul futuro dell’Europa, occasione di riflessione.
di Donato Speroni
Possiamo paragonare il momento che stiamo vivendo all’immediato dopoguerra. Alle spalle lutti e devastazioni dell’apparato produttivo, ma una gran voglia di rimboccarsi le maniche e rimettersi a costruire. Una coalizione di partiti ideologicamente e culturalmente molto lontani, ma con obiettivi comuni. Un leader credibile, allora Alcide De Gasperi, oggi Mario Draghi. Un aiuto dall’esterno, allora il Piano Marshall, oggi il Next generatione Eu (Ngeu).
Il dopoguerra portò al cosiddetto “miracolo italiano”. La politica tornò presto a dividersi, ma la democrazia si consolidò, in un quadro certo di alleanze internazionali. Le disuguaglianze rimasero, soprattutto quelle tra Nord e Sud, ma il benessere si consolidò.
E oggi? Che cosa possiamo aspettarci dopo questa pandemia? Siamo attrezzati per un altro “miracolo”? Per rispondere, proviamo a partire da due recenti documenti governativi: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la Relazione del ministero della Transizione ecologica (Mite) sullo stato di attuazione della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS).
I tempi di elaborazione del Pnrr hanno impedito l’auspicabile confronto con la società civile prima dell’invio a Bruxelles del documento, ma l’ASviS presenterà la sua analisi del Piano in un webinar il 27 maggio, con la partecipazione di membri del governo.
Il 5 maggio è stato pubblicato il testo ufficiale del Pnrr. Nella premessa, firmata da Draghi, si sottolinea soprattutto l’importanza del Piano per favorire la crescita.
Per l’Italia il Ngeu rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme. L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
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