Un’utile esercitazione di statistica economica che assegnavo agli studenti, quando insegnavo all’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, consisteva in un lavoro sull’ultimo rapporto disponibile dell’Istat sul Bes, il Benessere equo e sostenibile. Chiedevo di scorrere i testi dei dodici domini del volume (sanità, istruzione, lavoro e altri elementi del well-being personale e collettivo), per scrivere un articolo che descrivesse uno dei tre punti di debolezza della società italiana evidenziati in modo trasversale dal Bes: parità di genere, precarietà giovanile e divari territoriali. Era un modo per stimolare i futuri giornalisti a riflettere su descrizioni della società italiana che vanno al di là della cronaca quotidiana.
Non è un caso che, vari anni dopo, questi aspetti critici della comunità nazionale si ritrovino anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che considera “giovani", "parità di genere" e "riduzione del divario di cittadinanza valorizzando il potenziale del Sud" come “priorità trasversali che guidano le riforme, gli investimenti e i progetti del Piano”, in tutte le sue Missioni. È la conferma del fatto che, se non si sciolgono questi tre nodi, è impossibile trasformare il Paese e mettere davvero l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. Ma stiamo affrontando i problemi nel modo giusto?
Cominciamo dai giovani. Ci sono misure per favorirne l’occupabilità, ma stiamo andando davvero all’origine del disagio giovanile? Leggiamo la bella intervista, sul Corriere della sera del 1° febbraio, di Aldo Cazzullo a Rahul Gandhi in Kashmir, incontrato al termine del suo viaggio a piedi di 3.500 chilometri “attraverso villaggi, piantagioni, foreste, accompagnato da stelle di Bollywood e contadini analfabeti, artisti e popolazioni tribali”, affrontato per sfidare il governo autoritario e confessionale di Narendra Modi e rilanciare il Partito del Congresso che era stato guidato a lungo, prima di perdere il potere, da sua madre Sonia, nata a Orbassano. Rahul ha ben presenti le sue origini mezzo italiane. Dopo aver scoperto che, malauguratamente per lui, tifa per la Juve, Cazzullo lo provoca: “L’Italia oggi è un Paese di cattivo umore, non solo per il calcio”. E Gandhi risponde: