Per affrontare mitigazione e adattamento alla crisi climatica è indispensabile l’impegno dei Paesi in via di sviluppo, ma il Fondo che doveva sostenerli non decolla. Solo un “sogno collettivo” può cambiare le strategie.
di Donato Speroni
L’attenzione ai temi della transizione ecologica è in costante crescita e le note positive non mancano. Il Summit voluto dal presidente americano Joe Biden in occasione della Giornata della Terra ha visto una intensificazione degli impegni di decarbonizzazione degli Stati Uniti, dopo la parentesi negazionista di Donald Trump, e anche rinnovate promesse da parte degli altri grandi inquinatori, a cominciare dalla Cina.
Le implicazioni di questo vertice sono state discusse ad “Alta sostenibilità”, la trasmissione dell’ASviS su Radio radicale, mettendo anche in luce i limiti di questi impegni. Tutto questo infatti non è sufficiente, come rileva la newsletter Bloomberg green.
C’è un punto che pochi hanno capito fino in fondo: se l’umanità deve prendere sul serio gli impegni dell’accordo di Parigi, non basterà promuovere tecnologie pulite e ridurre le emissioni. Se il mondo deve raggiungere emissioni zero entro pochi decenni, bisognerà trovare il modo di non attingere più alle nostre riserve di combustibili fossili.
Bloomberg green rileva che diversi Paesi stanno sondando il terreno sulla via di drastiche limitazioni nell’uso dei fossili. Cita il governatore della California Gavin Newsom, che ha annunciato il blocco del fracking entro il 2024 e di tutte le forme di estrazione di gas e greggio entro il 2045, mentre la Danimarca non concede nuove licenze di esplorazione nel mare del Nord e intende chiudere tutte le piattaforme di estrazione entro il 2050. In Francia è stata avviata una procedura per eliminare tutti i voli aerei su tragitti che possono essere coperti in treno in meno di due ore e mezzo. La California e alcuni Paesi europei hanno vietato gli allacciamenti del gas nei nuovi edifici e molti Paesi hanno annunciato il divieto di vendita di auto con motori a scoppio, entro una data che nel caso della Norvegia è addirittura il 2025.
|