In questi giorni, il dibattito pubblico italiano si è finalmente concentrato sulla preparazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il piano che l'Italia deve predisporre per poter poi ricevere i circa 210 miliardi del Next Generation Eu che saranno spendibili a partire da metà dell'anno prossimo. Più volte ho richiamato l'attenzione su queste tematiche, quindi è un bene che ora finalmente si discuta non tanto dei contenuti, i contenuti non li conosciamo ancora, quindi non sappiamo giudicare se sono appropriati o meno, quanto della governance, del processo con cui il Governo intende formulare il piano, discuterlo, realizzarlo e dunque anche rendicontare non solo all'Unione europea ma anche alla società italiana come sono stati utilizzati quei fondi.
Venerdì scorso, nella sua rubrica “Scegliere il futuro” su Radio radicale, il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini ha affrontato il tema delle procedure per la elaborazione del Pnrr, strumento indispensabile non solo per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia, ma anche per costruire gli elementi di resilienza che ci consentano di affrontare nel migliore dei modi un futuro incerto e difficile. È l’unica occasione che abbiamo per “rimbalzare avanti”, per usare una espressione che è stata usata spesso nei documenti dell’Alleanza, delineando un’Italia profondamente diversa da quella di un anno fa, con un occhio innanzitutto alla salvaguardia delle nuove generazioni a cui il Next generation Eu è destinato. Ha detto ancora Giovannini, spiegando scadenze e procedure: