“È un nuovo 1946, dice Guterres, ma i nazionalismi prevalgono. Serve una diversa etica: molte imprese e la società civile si muovono in questo senso. La sfida dei fondi europei può cambiare il modo di far politica in Italia.
di Donato Speroni
C’era poco da celebrare e la riunione dell’Assemblea generale dell’Onu (Unga) per i 75 anni dell’organizzazione ha avuto, dicono i commentatori, un tono vagamente deprimente. Non solo perché la grande sala di New York era semivuota, con i leader che intervenivano on line, spesso con discorsi preregistrati, ma per i contenuti dei loro interventi. Nella sua apertura appassionata, il Segretario generale dell’Onu António Guterres ha paragonato la situazione attuale al 1946, cioè a un punto di svolta per costruire un nuovo mondo, e ha presentato un documento ricco di spunti e forte di un consenso globale.
Nel gennaio 2020 le Nazioni Unite hanno lanciato una consultazione mondiale in occasione del 75º anniversario. Attraverso indagini e dialoghi, persone in tutte le situazioni della vita sono state interrogate sulle loro speranze e timori per il futuro, sulle priorità auspicate nella cooperazione internazionale e in particolare sul ruolo dell'Onu. Da allora un milione di rispondenti in tutti gli Stati membri delle Nazioni unite e degli Stati osservatori hanno partecipato a questa consultazione, compreso un campione rappresentativo di 50mila persone in 50 Paesi.
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