Il Pianeta che brucia, con incendi catastrofici in California, ma anche nel nostro stesso Paese; le colonnine dei termometri ogni anno più elevate e con giornate roventi in Canada come in Sicilia, le alluvioni che hanno stravolto la Germania senza risparmiare però neanche il Nord Italia. Dopo un burrascoso anno alla ricerca di un’uscita dalla pandemia tra vaccini e varianti, mentre l’estate tentava di regalarci le tanto attese giornate al sole fuori dalle nostre case, ci siamo ritrovati in ogni parte del globo a tremare sotto l’ombra crescente del cambiamento climatico.
E i roghi non sono stati l’unico fuoco ad accendere l’estate. Lo scoppio della crisi umanitaria in Afghanistan, che ha stravolto le vite degli afgani e scosso i Paesi occidentali, ha messo in discussione gli sforzi internazionali degli ultimi decenni per i diritti umani e la diffusione delle democrazie. Mentre in Europa lottiamo, duramente e giustamente, per l’inclusione di tutte le categorie sociali e per una parità di genere sul lavoro e in famiglia, in altre parti del mondo la strada è ancora lunghissima e si compiono anche drammatici passi indietro, con un aggravarsi di violenze su donne e minoranze, incluse le comunità Lgbtq+ minacciate di sterminio.
Un’estate allarmante, che richiede un rinnovato impegno da parte dell’Alleanza in questo autunno per poter cambiare urgentemente rotta sulle grandi sfide globali. L’ASviS non si è mai fermata, ma se vogliamo riuscire a rispondere alla grande responsabilità di contribuire alla costruzione di un futuro più sostenibile, dovremo batterci con rinnovato vigore nelle prossime settimane per aiutare il Paese a svegliarsi e renderlo capace di affrontare sfide sempre più drammatiche e non più rinviabili, adottando politiche adeguate. L’Afghanistan ha rappresentato solo uno dei tanti esempi di diritti umani violati, ma ha messo in luce soprattutto l’inettitudine e il fallimento dei nostri sforzi comuni come democrazie occidentali. Per questo, oltre a interrogarci sul “perché abbiamo fallito” in questa battaglia, dobbiamo riflettere sul “perché la strada è ancora così lunga” nella più ampia guerra; vale a dire, in questa ricerca di un mondo più giusto, prospero e rispettoso per le persone e il Pianeta, definita dalla parola “sostenibilità”. Credo ci siano alcuni punti cruciali che dovremmo tenere in considerazione nell’affrontare l’imminente autunno.