Forse il mondo si rimetterà a correre, con Biden, i vaccini e qualche conflitto in meno, ma l’allarme crescente per il futuro dell’umanità imporrà governi saldi ed efficienti. Per non restare al palo l’Italia, come la Ferrari, deve essere ridisegnata.
di Donato Speroni
Da quando se n’è andato l’ineguagliabile Massimo Bordin, la rassegna stampa di Radio radicale è affidata a rotazione ad altri giornalisti. In questi giorni “Stampa e regime” è stata condotta da Carlo Romeo, direttore generale della Radiotelevisione di Stato di San Marino, sempre molto stimolante nei suoi commenti. Martedì 10 Romeo se n’è uscito con un’idea folgorante che prendeva spunto dall’inserto settimanale “Buone notizie” del Corriere della Sera, un supplemento che tra l’altro è sempre molto attento alle attività dell’ASviS.
Che bello se si potesse fare tutti i giorni un quotidiano di Buone notizie, con un inserto settimanale per le cattive!
Ovviamente il collega si riferiva alle buone notizie vere, non ai giornali che nascondono le cose spiacevoli perché il governo glielo impone, come accade per i media dei regimi dittatoriali.
Questa settimana il sogno di Romeo è sembrato avverarsi: Joe Biden con Kamala Harris ha vinto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i vaccini contro il Covid sembrano a portata di mano, nel Nagorno-Karabakh non si spara più e persino in Libia le fazioni hanno concordato una data per nuove elezioni.
Sappiamo che tutto può ancora andare storto. I capricci di Donald Trump e i farraginosi meccanismi istituzionali americani impediscono l’avvio del passaggio delle consegne alla Casa Bianca; molti esperti ci avvertono che prima di disporre davvero di vaccini sicuri per una protezione di massa potrebbe passare un altro anno; le armi dei combattenti non sparano più, ma sono ancora cariche. E purtroppo le cattive notizie non mancano, nell’immediato: gli ospedali pieni, il nuovo blocco dell’economia, un altro morticino nel Mediterraneo, una mezza guerra civile in Etiopia.
Proviamo però a immaginare che il sogno di Romeo, che è anche il nostro sogno, possa davvero avverarsi e chiediamoci come potrebbe essere il mondo tra cinque anni se le cose andassero per il verso giusto. È un esercizio che all’ASviS facciamo spesso, considerando anche che, con altri soggetti che guardano avanti, abbiamo creato il sito Futuranetwork.eu proprio allo scopo di discutere oggi le scelte necessarie per un futuro economico, sociale, istituzionale e ambientale che sia sostenibile per l’intera umanità e per il pianeta.
“Futura” è il plurale latino di futurum, perché gli scenari sono sempre molteplici e non è detto che quello che sto per proporvi si realizzi. Ma ragionarci può essere un utile esercizio e un articolo di William Valentini che raccoglie le opinioni di esperti di tutto il mondo ci aiuta a coglierne i diversi aspetti.
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