Ci sono tante forme di negazionismo, tanti fautori, per malafede o ignoranza, di verità alternative che minacciano anche la prospettiva di uno sviluppo sostenibile. Ecco sette “sassi nello stagno” per confrontarci con questa realtà.
di Donato Speroni
Sei sicuro che fossero marce? E dove si comprano? Al mercato?
Il rimprovero di Silvano Rizza a un suo redattore è rimasto famoso nel mondo del giornalismo, tanto da essere ricordato in occasione della sua commemorazione al tempietto egizio del Verano nel 2013. Il malcapitato cronista aveva scritto che il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, nel corso della sua visita a Roma del febbraio del 1969, era stato accolto con “manifestazioni ostili e lancio di uova marce”. Le uova erano state effettivamente lanciate, però...
Silvano era un grande maestro, condirettore del Messaggero, direttore di Paese Sera, fondatore dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino dove mi onoro di aver insegnato per quasi vent’anni. Il suo scrupolo per la precisione era leggendario, guai a lasciarsi andare a frasi fatte e luoghi comuni. Ha fatto scuola, ma oggi in Italia e nel mondo ci troviamo di fronte a una situazione dell’informazione totalmente diversa. L’oggettività nell’informazione è sempre più rara; addirittura una larga parte della popolazione mondiale crede che la verità condivisa sia una manipolazione, come se fossimo tutti all’interno di un Truman show. O addirittura che non esista un’unica verità, ma solo diverse letture dei fatti. Terrapiattisti, interlocutori degli omini verdi dei dischi volanti o accusatori delle scie chimiche, negazionisti di vario genere si sono moltiplicati; addirittura, si sentono perseguitati dalle persone di buon senso, come gli atei che rischiavano il rogo nei secoli passati o in certi medioevi contemporanei dove la religione è violenza.
Un bel servizio di “Atlantide” di Andrea Purgatori, ha descritto il fenomeno con dovizia di documenti e testimonianze. L’argomento è diventato di grande attualità perché non possiamo più limitarci a ridere di qualche matto, ma dobbiamo fronteggiare atteggiamenti diffusi che possono avere conseguenze letali. Per la popolazione, se si considera la percentuale di persone (in Italia ma anche all’estero) che dichiara che non intende vaccinarsi contro il Covid. Per le istituzioni, se guardiamo alle cronache postelettorali americane con l’ostinato rifiuto di riconoscerne la regolarità da parte di milioni di seguaci del Presidente sconfitto. Per il Pianeta, se pensiamo a quanti ancora si ostinano a pensare che la crisi climatica sia tutta una montatura per ingabbiare la nostra libertà di consumare nella fantomatica congiura della “decrescita felice”.
Come siamo arrivati a questo punto? Come mai la diffusione di verità alternative a proprio uso e consumo ha avuto tanto spazio, non solo tra i più stupidi e ignoranti, al punto da essere favorita da personaggi che occupano posti di responsabilità nelle istituzioni, come ci mostrano numerosi casi di cronaca di questi giorni?
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