Nel mio armadio ci sono tre cravatte di Marinella, regali ricevuti tanti anni fa. Ancora oggi, nelle rare occasioni nelle quali mi capita di adornare il collo, preferisco queste alle tante altre cravatte accumulate nel corso di una vita. Oltre a essere dei grandi artigiani, orgoglio della loro Napoli, i tutori del brand E. Marinella sono anche sensibili alla ecosostenibilità e hanno regalato ai partecipanti al G20 di Matera, svoltosi questa settimana,
cravatte, foulards e pochettes da taschino, color bluette, fantasia all over, con punte di arancio, (...) in partnership con Orange Fiber, che ha brevettato e produce il primo tessuto sostenibile di agrumi al mondo. Il tessuto, dalla texture setosa ed impalpabile, è pensato per rispondere alle esigenze di innovazione eco-sostenibile della moda.
Da Matera alla West coast del Nord America la strada è lunga, ma i ministri riuniti nella Città dei Sassi per parlare di fame, vaccini e cambiamento climatico hanno certamente avvertito che le cronache provenienti dalla costa occidentale del Canada e degli Stati Uniti li sollecitavano a decisioni drammatiche e urgenti: temperature fino a 50 gradi centigradi, in aree dove il clima temperato abitualmente non richiede neppure l’uso di condizionatori, hanno provocato un’ecatombe di anziani e minacciano di innescare gravissimi incendi. Un inferno.
Non ci sono dubbi sulle cause. Del resto, proprio negli stessi giorni, è circolata una anticipazione del nuovo rapporto Ipcc, il panel di scienziati di tutto il mondo che studia la crisi climatica per conto dell’Onu, nel quale si adombra l’ipotesi che l’inazione di fronte al riscaldamento della Terra ci abbia fatto ormai superare alcuni tipping points, punti di non ritorno. Citiamo dalla notizia pubblicata da Futuranetwork:
Secondo l’Ipcc, in un mondo “in via di riscaldamento” la durata delle stagioni degli incendi, le potenziali aree a rischio desertificazione, le zone in crisi alimentare aumenteranno esponenzialmente. “Il Pianeta deve affrontare questa realtà e prepararsi”, si legge nella bozza. Entro il 2050, il surriscaldamento globale potrebbe infatti provocare rischi di fame cronica per decine di milioni di persone in più rispetto a oggi, e altri 130 milioni potrebbero sperimentare la povertà estrema entro un decennio.