Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, siamo di fronte “alla più grande e complessa sfida con cui il Paese si dovrà misurare nei prossimi anni, ovvero coniugare la crescita con la sostenibilità”. Come spiega Celestina Dominelli sul Sole 24 Ore,
Tabacci, in forza della delega ricevuta dal presidente Mario Draghi in materia di coordinamento della politica economica e programmazione degli investimenti pubblici di interesse nazionale e in qualità di segretario del Cipess, ha sollecitato la definizione di una precisa road map che riempisse di senso il restyling partito a gennaio dello scorso anno.
Per capire la portata di questa innovazione, è necessario fare qualche passo indietro. Fin dalla sua fondazione nel 2016 l’ASviS, nei suoi documenti e nelle dichiarazioni di Enrico Giovannini, che ne è stato portavoce fino al suo ingresso nel governo di Mario Draghi, ha sollecitato la trasformazione del Cipe in Cipess. Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, è l’organo che determina i criteri di assegnazione dei fondi agli investimenti pubblici e alle iniziative private soggette ad agevolazioni. La trasformazione in Cipess, stabilendo un nesso tra programmazione economica e sviluppo sostenibile, non era solo un fatto nominalistico, ma voleva indurre a un effettivo mutamento nei criteri di scelta.
Proprio per questo motivo, la proposta dell’ASviS fu osteggiata per diversi anni, per una resistenza burocratica a modificare il business as usual. Finalmente, un decreto legge del 14 ottobre 2019 (governo Conte bis) ha stabilito la nuova denominazione,
al fine di rafforzare il coordinamento delle politiche pubbliche in vista del perseguimento degli obiettivi in materia di sviluppo sostenibile indicati dalla risoluzione adottata dall’assemblea generale dell’organizzazione delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015.