Il Pnrr durerà fino al 2026 e nel solo 2022 si dovranno raggiungere un centinaio di obiettivi – in buona parte nel settore pubblico - all'incirca due alla settimana, che dovranno essere monitorati, realizzati, controllati e verificati perché l'Europa proceda al pagamento delle enormi somme promesse. Il Piano comprende la realizzazione di opere fondamentali, concordate con l'Unione europea, dalle reti informatiche a quelle dei trasporti, dalla scuola alla salute e all'economia circolare.
Una scommessa molto difficile, occasione per un profondo cambiamento del Paese, sul quale l’economista così conclude:
Il Pnrr è una premessa indispensabile, ma non una bacchetta magica. Cancellerà una buona parte di errori e debolezze del passato, ma il motore dello sviluppo si realizzerà soltanto se gli italiani, soprattutto i giovani italiani, ci crederanno davvero, se inventeranno e rischieranno. E se i politici smorzeranno polemiche largamente superflue, anzi dannose.