Balcani di nuovo in fibrillazione dopo l’omicidio di Oliver Ivanovic
Pochi giorni fa, il 16 gennaio, Oliver Ivanovic è stato ucciso in Kosovo. È accaduto poco lontano dal monastero di Mitrovica, la città divisa in due da un ponte: da una parte vive la minoranza serba, dall’altra quella kosovara. Ivanovic aveva 64 anni e tre figli, quando gli hanno sparato sei pallottole in petto, per strada, dove si è accasciato per sempre, a pochi passi dalla sede del partito di cui era a capo. Era il leader dei serbi che vivono ancora nella regione dalla fine della guerra, a capo della minoranza di una manciata di uomini, donne e bambini che si rifiutano di abbandonare le loro case, le loro fattorie nonostante vivano nelle enclavi video sorvegliate, in condizioni precarie, in città e paesini dove spesso manca acqua e luce.
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