La prudenza non è mai troppa ma Osama al-Fatkih e gli altri dieci attivisti dell’organizzazione Mwatana prima di chiudere la porta del loro ufficio a Sana’a, sanno bene quali sono i rischi per loro: irruzione delle milizie Houti, confisca di hard disk e materiali, rapimento, arresto arbitrario e possibile uccisione. A questi rischi più vicini e immediati, se ne aggiungono altri che non sono inferiori: morte per un bombardamento sui luoghi di rilevazione degli attacchi sauditi, sia a Sana’a, che nelle altre località del Nord dello Yemen; detenzione ai check point, incidenti non accidentali, rapimenti da parte di milizie salafite o qaediste nel Sud.
left.it/2018/01/07/cartoline-dallinferno-yemenita/