Cinque Terre - gli otto profughi che ricostruiscono i muretti a secco
MANAROLA (LA SPEZIA). Hanno restituito il mare ai ragazzi di Lampedusa. Li hanno portati fin quassù,tra i filari di vite delle Cinque Terre, dove l’Africa è controsole ma puoi immaginarla uguale alla Liguria di un secolo fa: la fame, la guerra, la fuga per sopravvivere. Il corso che insegnerà a otto ragazzi del Mali e del Senegal, della Nigeria e della Costa d’Avorio a ricostruire i muretti a secco di Manarola è un risarcimento per gli emigranti di ieri e di oggi,di quelli che attraversarono l’Atlantico per sbarcare in Sudamerica e di questi che sono sopravvissuti ai negrieri del Mediterraneo. La storia è uguale, la terra anche. Dura, erta, ingrata, i vecchi si caricavano sulle spalle i sassi della scogliera per innalzare le fasce da coltivare a vigna e a orto, maledicendo il mare senza pesci irriso persino da Dante Alighieri.
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