in concomitanza con il
World Economic Forum di Davos, anche quest’anno
Oxfam, realtà nostra socia e cliente, ha pubblicato il suo consueto
report incentrato sulle disuguaglianze.
Ancora una volta dall’analisi emergono dati così preoccupanti e gravi sul piano delle disparità economiche e delle fratture sociali, da spingere l’organizzazione a definire il periodo nel quale viviamo
“un decennio di grandi divari”. Siamo immerse e immersi in una realtà che appare a tratti distopica, in cui da un lato miliardi di persone versano in condizioni di fragilità e sono sempre più esposte al peso di epidemie, carovita, conflitti, eventi meteorologici estremi e, dall’altro, un’esigua manciata di super-ricchi moltiplica le proprie fortune a ritmi parossistici.
Quali sono i principali dati emersi dal report
“Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”?
- La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, passando da 405 a 869 miliardi di dollari, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita.
- Oggi, i miliardari sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020. E i loro patrimoni sono cresciuti tre volte più velocemente del tasso di inflazione.
- Seguendo questo ritmo, nel giro di un decennio potremmo avere il primo “trilionario” della storia dell’umanità. Ovvero una persona che possieda più di mille miliardi di dollari. Ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà.
- 7 delle 10 società più grandi al mondo hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento. Queste corporation hanno un valore di 10.200 miliardi di dollari. Superiore alla somma del Pil di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America Latina.
- Il 2023 è destinato, in particolare, ad essere ricordato come l’anno più redditizio di sempre. Complessivamente, 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023.
- Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione.
- Solo lo 0,4% delle 1.600 più grandi aziende del mondo si è pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso. In molti casi le più penalizzate sono le donne.
Tutto questo non può essere considerato ineluttabile: le disuguaglianze, sottolinea il Rapporto di Oxfam, sono il
frutto di precise scelte politiche. Le dinamiche della finanza globale, evidentemente, giocano un ruolo fondamentale nel determinare tale traiettoria e nel delineare uno scenario così fosco, segnato da
povertà crescenti ed esclusione sociale.
La finanza etica si pone invece in antitesi a tutto questo: tra i suoi obiettivi c’è proprio quello di appianare le disparità, recuperando
la funzione originaria delle banche, ovvero essere, attraverso il credito, uno
strumento di democrazia economica, come è scritto
nel nostro Manifesto.
A proposito di questo, nei giorni scorsi abbiamo presentato a Roma il rapporto
“Inclusione finanziaria e microcredito. Con le comunità per contrastare la povertà e l’esclusione”, curato da Gruppo Banca Etica, c.borgomeo&co. e la Rete Italiana di Microfinanza (
a questo link puoi vedere il video dell’evento ): dietro ai numeri dello studio si nascondono storie di
migliaia di persone e di famiglie spesso in condizioni di estrema fragilità e che non hanno accesso a risorse economiche sufficienti, specie nel Sud del nostro Paese, e quelle di
lavoratori precari, working poors, donne vittime di violenza, che diventano i target tristemente privilegiati dell’esclusione finanziaria. I dati evidenziano con estrema chiarezza la necessità di allargare la disponibilità di strumenti educativi, culturali e finanziari per migliorare
l’accesso di italiani e italiane ai servizi finanziari di base e al credito.
Le strade per frenare l’esclusione e costruire una
società più equa, democratica, solidale esistono. Bisogna iniziare a percorrerle. La finanza etica lo sta già facendo.