Dall’altra parte del mare, cosa spinge i tunisini a partire
Anche i tunisini cantano Bella ciao. Era una delle canzoni che suonavano nei giorni della rivoluzione dei gelsomini. H’biba ciao non parla di partigiani né di guerra o di mondine, ma di migranti. L’ha scritta Bendirman, un musicista che è stato un simbolo per i giovani rivoluzionari che nel 2011 chiedevano la fine dello “stato di polizia” e del regime di Zine el Abidine Ben Ali.
“Domani, quando ti sveglierai, non mi troverai, bella ciao. Metti Rai Uno, forse mi vedrai saltellare in terra italiana”, dice la canzone. “Sia che vediamo quel paradiso coi nostri occhi – bella ciao – sia che affoghiamo e moriamo senza sepoltura, la mia anima tornerà da te a nuoto”