ECONOMIA CIRCOLARE, INNOVAZIONE, LAVORO

13.10.2019 11:41
 
Nonostante in Italia il numero di giovani che non studiano e non lavorano (Neet) sia il più alto tra tutti i Paesi Uemanca una strategia nazionale sull’occupazione giovanile che tenga conto dei divari intergenerazionali, territoriali, educativi e di genere.

Inoltre, permangono fortissime differenze territoriali, con le regioni del Mezzogiorno ben distanti da quelle del Centro e del Nord in termini di output economico e di occupazione. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro si attesta al 35,6% nel Mezzogiorno rispetto al 20,5% dell’Italia, la quota dei Neet invece risulta pari al 34,4% nel Mezzogiorno contro il 24,1% della media nazionale.

Per quanto riguarda l'innovazione e le infrastrutture del Paese, a fronte di qualche miglioramento, continua a mancare una politica industriale coerente e impegnata nella realizzazione dell’Agenda 2030.

In particolar modo, aumenta la diffusione della banda larga tra le famiglie, l’uso di internet, il tasso di ricercatori e la quota di merci trasportate su ferrovia, ma anche qui permane il divario tra territoriLe regioni che migliorano maggiormente tra il 2010 e il 2017 sono il Piemonte e l’Emilia-Romagna. La distanza del Mezzogiorno dalle regioni del Nord è dovuta al divario sia del valore aggiunto dell’industria manifatturiera rispetto al totale dell’economia, 9% rispetto al 16% della media nazionale, sia del numero di ricercatori per 10mila abitanti, 12 nel Mezzogiorno contro il 22 dell’Italia.

Su consumo e produzione responsabili, si evidenzia un diffuso miglioramento, in particolare in centro Italia. È il Lazio la regione che mostra l’avanzamento più incisivo, mentre Trento presenta il miglior risultato complessivo sul Goal 12 grazie alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani (75% nel 2017) e al numero di imprese registrate Emas.

Occorre però accelerare la transizione verso un’economia circolare, attraverso l’innovazione dei modelli di produzione, l’introduzione di incentivi legati alla rendicontazione non finanziaria e l’uso generalizzato del Green Public Procurement.
L'ASVIS PROPONE:
urgenti interventi organici per ridurre le forti disparità territoriali, di genere e di età, con gli altissimi livelli di giovani Neet, giovani sottoccupati e giovani precari.
la creazione di una task force trasversale e interministeriale per definire un piano nazionale per l’occupazione giovanile in tempi stretti, vista la scadenza nel 2020 del Target 8b dell’Agenda 2030, che richiede: “Entro il 2020, sviluppare e rendere operativa una strategia globale per l’occupazione giovanile e l’attuazione del Patto globale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”.
di adottare misure per favorire l’occupazione giovanile che non possono prescindere da interventi volti a migliorare la transizione dalla scuola al mondo del lavoro, a potenziare la formazione professionalizzante e l’orientamento al sostegno all’impiego e all’autoimpiego, all’investimento sulle politiche attive del lavoro, ai servizi a supporto dei nuovi nuclei familiari.
una rimodulazione delle tasse sul lavoro a favore dei lavoratori e dei datori di lavoro, e una rapida attuazione del secondo pacchetto di misure per eque condizioni di lavoro previsto dal Pilastro europeo dei diritti sociali approvato a Göteborg.
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di far seguire una logica di lungo periodo agli interventi sulle infrastrutture digitali e soprattutto sulla “PA digitale”, anche per poter essere più facilmente proposti ai partner europei come investimenti strutturali.
di potenziare il programma di supporto alle tecnologie emergenti 5G e, in un’ottica sistemica, occorrerebbe una “legge per lo sviluppo digitale” che metta ordine nei vari interventi e orienti in modo coerente le istituzioni incaricate degli investimenti.
relativamente al tema delle infrastrutture, un immediato miglioramento del monitoraggio dello stato delle infrastrutture esistenti; la definizione di un quadro completo e di lungo respiro di programmazione delle infrastrutture idriche; un continuo potenziamento del trasporto ferroviario di merci, che permetterebbe all’Italia conseguire importanti risultati anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas serra; un forte investimento nel settore.
relativamente alla formazione del capitale umano nel campo delle competenze digitali, di recuperare gli individui esclusi dal digitale; riqualificare la forza lavoro e il management delle piccole e medie imprese; programmare il rilancio della ricerca attraverso il rafforzamento dei competence center; varare nuovi programmi di attrazione di ricercatori dall’estero e maggiore partecipazione a progetti europei.
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di accelerare la transizione verso un'economia circolare attraverso l’innovazione dei modelli di produzione delle imprese (progettazione di prodotti circolari, mercato delle materie prime seconde, riuso dei prodotti tramite piattaforme di scambio, collaborazioni territoriali e/o di filiera).
di introdurre incentivi fiscali per la transizione all’economia circolare, per esempio con l’abbattimento dell’Iva sui prodotti realizzati in eco-design, con una detrazione d’imposta da modulare in funzione sia degli interventi realizzati, sia del numero delle imprese coinvolte nello scambio di materia.
di incoraggiare le aziende a misurare e a comunicare l’impatto socio-ambientale dei propri prodotti e di rafforzare e attuare il Green public procurement (Gpp), obbligatorio per gli Enti pubblici secondo il nuovo Codice sugli appalti.
sul consumo responsabile di realizzare ulteriori interventi per la riduzione degli sprechi nella filiera alimentare e di creare campagne di comunicazione rivolte ai cittadini, quale ad esempio quella dei Saturdays for Future, iniziativa lanciata da ASviS e NeXt per dare seguito alla mobilitazione dei ragazzi e delle ragazze dei “Fridays for Future”.
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