Hebron, il turismo responsabile nella città contesa che mette in contatto comunità locale e visitatori internazionali
Con i gruppi di visitatori che vogliono visitare Al Khalil, il nome arabo di Hebron, l'appuntamento è al checkpoint vicino all'entrata della moschea, subito dopo il centro informazioni sul lato israeliano: io, da quella parte, non ci posso andare". Lo spiega Ayman Al-Fakhori, un ingegnere informatico palestinese di 27 anni, che nel 2013 ha fondato Hebron Hope Center, ONG che propone esperienze di turismo responsabile nella città contesa di Hebron, mettendo a contatto comunità locale e visitatori internazionali.
www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/02/03/news/hebron-247507132/