ITALIA: La lezione antifascista di Matteotti oggi è più utile che mai
Ogni giorno migliaia di macchine a Roma si bloccano in un punto del lungotevere Arnaldo da Brescia, all’altezza della curva da cui poi si prende la salita del Muro Torto. Lì c’è un semaforo in cui puntualmente si crea un piccolo imbuto: molti automobilisti superano a destra per scavalcare la fila, le altre macchine suonano, rischiano ogni volta di tamponarsi. A tre metri da quel semaforo c’è un monumento in bronzo composto da una stele sinuosa e da una composizione informale. Somiglia a un gruppo di uomini stilizzati che urlano tra le fiamme. È la scultura che nel 1974 Jorio Vivarelli realizzò per il cinquantesimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Il punto dove venne collocata si trova poco distante dal luogo dove Matteotti il 10 giugno 1924, poco dopo le 16, venne sequestrato da un gruppo di sicari legati al fascismo – Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo – e caricato a forza su una Lancia Lambda.
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