La strada da seguire – 13 punti per una nuova politica migratoria europea

22.06.2017 10:37

Cari soci, 
a seguito del dialogo che si è attivato negli ultimi mesi tra il Tavolo delle organizzazioni impegnate sui temi dell’asilo e dell’accoglienza ed AOI, CINI e Link 2007 in particolare è stato deciso di presentare un appello su punti comunemente condivisi, al fine di arrivare ad un’audizione e confronto con le istituzioni. 
Le politiche di "esternalizzazione" legate al contenimento dei flussi migratori alle frontiere che l’Europa propone e che anche l’Italia ha avviato, con il Decreto Orlando-Minniti, sono inefficaci e al tempo stesso ingiuste nei confronti di gente in fuga da violenze, guerre e conflitti, povertà e fame. 
La società civile chiede di interagire con le istituzioni alla luce dell’esperienza e della relazione che da sempre ha con le vittime di una giustizia negata, di un attacco ai diritti umani sempre più diffuso, di uno sviluppo ineguale. 
Chiediamo ai soci di diffondere l’appello; vi terremo informati sugli sviluppi dell’iniziativa. 
Un saluto, a disposizione per ogni altra informazione, grazie per l’attenzione, 

Silvia Stilli

 
Ai Capigruppo di Camera e Senato
Ai Presidenti e Vicepresidenti Delle Commissioni Affari Esteri di Camera e Senato
Ai Presidenti e Vicepresidenti Delle Commissioni Difesa di Camera e Senato
Al Presidente e Vicepresidenti della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza

 

 

Invio appello congiunto “La strada da seguire – 13 punti per una nuova politica migratoria europea” in vista del prossimo Consiglio Europeo del 22-23 giugno 2017 e richiesta incontro con le reti firmatarie.
 
Gentili Capigruppo,
Gentili Presidenti,
Gentili Vicepresidenti,
                                       In vista dell’imminente Consiglio Europeo del 22 e 23 giugno prossimo, il Tavolo Asilo e tutte le Reti e rappresentanze di ONG Italiane e associazioni che operano nell’accoglienza e nella cooperazione internazionale hanno inviato un appello congiunto al Governo Italiano affinché prenda in considerazione le proposte politiche che contiene per poter impostare in Italia e proporre in Europa una nuova politica migratoria. Un appello che viene da tutta la società civile italiana coinvolta nel nei temi legati a sviluppo e migrazione.
Il documento affronta le principali misure che interessano il fenomeno della migrazione: i principi che regolano la politica estera e i fondi usati per la cooperazione allo sviluppo; la tutela delle garanzie internazionalmente riconosciute per chi arriva e la qualità del sistema di accoglienza; la condivisione delle responsabilità sia tra stati membri che verso stati terzi e la capacità di costruire soluzioni durature.     
A due anni dall’adozione dell’Agenda Europea sulla Migrazione (European Agenda on Migration), ovvero l’insieme di misure che rappresentano la risposta europea per la gestione delle migrazioni, sia all'interno che all'esterno delle frontiere dell'UE a partire dal maggio 2015, e dall’implementazione delle principali misure come il Migration Partnership Framework, l'apertura degli “hot spot” in Grecia e in Italia e l'adozione del meccanismo di ricollocamento (relocation)la situazione dei migranti che arrivano non è migliorata né quella degli Stati che sono in prima linea.
Il giudizio non può essere positivo dato che l’Agenda si è rivelata sostenuta da logiche securitarie, tendenti ad escludere dal territorio europeo e che l’approccio hot spot è stato applicato in Italia in modo illegittimo in quanto non supportato da alcuna norma e che, infine, se si osservano i dati relativi al ricollocamento, sono stati rispettati solo l’13,3% degli obblighi assunti, in quanto su 160.000 richiedenti asilo da ricollocare da Grecia e Italia verso altri stati membri, ne sono stati ricollocati solo 21.313 al 15 giugno 2017
Preoccupa infine il tentativo di arresto della migrazione cosiddetta “irregolare”, senza fornire alternative o soluzioni necessarie per le persone in movimento che l’Italia sta provando ad organizzare contrastare, fermare, rimpatriare attraverso una serie di accordi con i paesi di transito e origine africani
Ma la chiusura della rotta centrale del Mediterraneo non servirà a bloccare i flussima solo a fargli prendere altre strade, più pericolose e costose che andranno a vantaggio ancora di più dei trafficanti di esseri umani, facendo crescere in maniera rilevante il numero dei morti nel Mediterraneo che lo scorso anno sono stati quasi 6000 e più di 1700 tra morti e dispersi nel 2017. 
 
Di tutto questo e del dettaglio delle proposte politiche contenute nell’appello vorremmo poterne discutere in un’audizione nelle vostre Commissioni per aprire un confronto col Parlamento al fine di poter impostare una nuova politica migratoria di cui l’Italia dovrebbe adottare sia nel dibattito nazionale che in quello europeo.
In attesa di un vostro gentile riscontro, vi porgiamo i nostri più
Cordiali saluti

 

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