L'America di Trump, la Russia di Putin e l'Europa. Il Vecchio Continente si scopre sempre più povero e fragile.

20.11.2016 09:13
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la Rassegna Stampa inviataci dal Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale
L'Europa fragile. Un'intesa per la Difesa comune europea è stata la prima reazione del Vecchio Continente alla vittoria di Donald Trump. 
Il 9 novembre i paesi UE si sono risvegliati scoperti alle spalle per l'imprevedibilità del nuovo presidente che già in campagna elettorale aveva chiaramente dichiarato che l'America non pagherà più la sicurezza europea. Se all'indomani di Brexit, a Bratislava sembrava lontano un accordo, il 14 novembre a Bruxelles il vertice dei Ministri degli Esteri e della Difesa ha gettato le basi per un piano da sviluppare con urgenza. Sarà una struttura parallela alla Nato o la sostituirà? In attesa di una risposta, sembra certo un aumento delle spese militari. Che non sarebbe una scelta politica facile per molti paesi, Italia in primis, come spiega Linkiesta.

Un'Europa e una Nato indebolite sono ovviamente una buona notizia per la Russia di Putin che continua a mietere successi nel continente: nei giorni scorsi in Moldavia e in Bulgaria hanno vinto i candidati filo Putin. La Stampa ha titolato "Il ritorno dell'egemonia russa" in un articolo sui risultati elettorali, mentre nel pezzo di analisi fa capire come dietro a questo voto ci sia la distanza che Bruxelles ha sempre tenuto nei confronti di questi Stati provati dalla recessione, dalla corruzione e dall'austerity
 
L'Europa povera. Le associazioni non governative ed Eurostat per una volta concordano: gli europei sono sempre più poveri. 
"La povertà non si ferma" dice il rapporto di Secours Catholique pubblicato giovedì 17 novembre a pochi giorni dalle primarie del centrodestra francese.
L'ONG cattolica legata al circuito di Caritas ha basato il rapporto sulle richieste di aiuto e sugli aiuti somministrati presso i propri sportelli: in aumento il numero di famiglie sempre più precarie, soprattutto di stranieri. Su Le Figaro una sintesi della situazione francese.

Il 16 novembre simile allarme arrivava da Save The Children sull'Italia: "un bambino su 3 è a rischio povertà". Nell'indagine di StC, emergono le tante declinazioni dell'impoverimento diffuso: 1 bambino su 4, per esempio, vive in appartamenti umidi e freddi per l'impossibilità dei genitori di pagare il riscaldamento. Segnaliamo, per un quadro generale, l'articolo di Repubblica; su Il Corriere del Mezzogiorno la situazione della Puglia che registra i dati peggiori; su Il Mattino si richiama l'attenzione sull'alto tasso di abbandono scolastico in Campania. Tutti i dati, con le tabelle e le mappe, dell'Atlante dell'Infanzia a rischio sono scaricabili direttamente dal sito di Save The Children, qui.
Intanto a Milano l'Osservatorio Diocesano sulle povertà e sulle risorse denunciava l'inarrestabile aumento di richieste di sostegno, soprattutto tra i milanesi, in particolare adulti espulsi dal mondo del lavoro. Qui il rapporto completo, su Vita una sintesi di questo fenomeno legato alla crisi che continua a fare male.

Sempre il 16 novembre Eurostat confermava che anche a livello europeo 1 bambino su 4 si trova in gravi condizioni economiche soprattutto in Romania, Bulgaria e Grecia. Ne ha scritto Greek Reporter proprio nelle ore in cui il presidente americano Barack Obama incontrava il premier Alexis Tsipras e affermava che "Rabbia e diseguaglianza generano populismi" e che "Il successo di Trump e della Brexit sono l'effetto della cattiva gestione della globalizzazione", come riporta il Wall Street Journal.

Dei ripensamenti illustri a proposito di globalizzazione ci eravamo ampiamente occupati nel numero 7 di RaSta (21 ottobre) ma poiché la discussione continua vi segnaliamo gli interventi di Thomas Piketty sul The Guardian (o in versione francese suFranceInter), e dell'anti-Piketty Deirdre McCoskey su Repubblica. 

 

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