QUESTA SETTIMANA: Non c’è transizione ecologica senza lotta alla povertà
Se la ricchezza è troppo concentrata e le diseguaglianze tendono ad aumentare è difficile costruire il consenso necessario per lo sviluppo sostenibile. L’appello di Giovannini alla Camera e il prossimo Festival.
di Donato Speroni
Non ci stupiamo più, come segnala il capo della redazione economica di Repubblica Francesco Manacorda sulla newsletter Rep 13.
La vicenda di Carlos Ghosn, il manager brasiliano che dalla Renault ha preso il controllo della Nissan e che è appena stato arrestato in Giappone per reati fiscali, ha ancora aspetti oscuri. Quel che è più chiaro è che Ghosn ha guadagnato nel 2017 oltre 18 milioni di dollari tra i compensi delle due case automobilistiche. Un megastipendio che ormai suscita pochi scandali. Forse anche perché, come ha detto Romano Prodi, il fatto che un manager guadagni 200 volte più di un suo operaio appare scontato e ‘accettiamo cose che 30 anni fa non avremmo minimamente accettato’. Non è solo nostalgia del passato, quella di Prodi.
La denuncia è stata lanciata anche da Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale dei poveri.
Il grido dei poveri è ogni giorno più forte, ma meno ascoltato, sovrastato dal frastuono di pochi ricchi, sempre di meno e sempre più ricchi.
Non stiamo parlando di giusto riconoscimento del merito, ma di contrapposizioni esagerate, la cui crescita ha coinciso con l’abnorme sviluppo a livello globale dell’economia finanziaria rispetto all’economia reale.
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