Mentre von der Leyen ribadisce l’impegno per le nuove generazioni, decine di associazioni giovanili presentano un piano per il futuro dell’Italia. I fondi europei devono guardare con particolare attenzione alla componente femminile.
di Donato Speroni
Due notizie pubblicate mercoledì 16 dai quotidiani italiani denunciano la profonda contraddizione nel nostro Paese tra realtà e percezioni rispetto al futuro. Su La Repubblica, Luca Fraioli espone i risultati di uno studio del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici:
Un’Italia le cui temperature estive al Sud sfioreranno costantemente i 40 gradi, dove per lunghi periodi il termometro non scenderà mai, neppure di notte, sotto i 20 gradi, con sequenze di giorni senza pioggia, tanto che la portata di fiumi e corsi d’acqua potrebbe ridursi del 40% e il rischio incendi aumentare del 20%.
Non è uno scenario fantascientifico di un futuro remoto, ma quello cui potrebbero trovarsi di fronte, entro fine secolo, i nostri figli e i nostri nipoti, quelli che oggi sono in prima elementare e che allora avranno poco più di ottant’anni.
Questo scenario rispecchia la situazione peggiore, “senza alcuna mitigazione del fenomeno e con uno sviluppo economico analogo all’attuale”. Ma per evitare che diventi realtà è necessario “convincere la politica italiana ad agire immediatamente”.
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