Newsletter ASviS - QUESTA SETTIMANA: La pandemia rivela la fragilità di questo sistema

04.04.2020 16:41

Come si fa a sopravvivere alla crisi senza acqua corrente, vivendo alla giornata come fanno miliardi di persone? Questioni che avremmo dovuto affrontare da molto tempo e che danno all’Europa un ruolo unico sullo scenario mondiale.

di Donato Speroni

Vorrei avere la professionalità e la bravura di Manuela Fugenzi, la giornalista photo editor che ha lavorato con Enrico Giovannini e con me alla stesura del volume “Un mondo sostenibile in 100 foto” edito lo scorso anno da Laterza e liberamente accessibile da parte di professori e studenti, per scovare e proporvi alcune foto molto più efficaci delle parole.

La prima viene dall’India: un fiume di persone che abbandona Delhi (22 milioni di abitanti) per tornare a piedi nelle aree rurali di provenienza, perché almeno nei villaggi sperano di trovare solidarietà e forse ridurre i rischi da Covid-19. L’isolamento è impossibile negli slums dove milioni di famiglie vivono ammucchiata in tuguri con gabinetti in comune.

E ancora (questa gira sui social), il breve filmato di un capannone dove decine di operaie asiatiche gomito a gomito, con le loro macchine da cucire, producono mascherine al ritmo di una ogni pochi secondi, mentre i loro bambini razzolano sul pavimento.
C’è poi l’immagine delle donne africane e dei ragazzini che fanno chilometri per portare un secchio d’acqua a casa. Foto non nuove, ma che oggi assumono tutt’altro significato. Come ha fatto notare Enzo Nucci in un servizio su Radio3 Rai, dove non c’è acqua corrente e non ci sono soldi per comprarla dalle autobotti, è inutile raccomandare di lavarsi spesso le mani.

Possiamo affiancare a questa immagine anche quelle di migliaia di uomini e ragazzi che nelle megalopoli del Sud del mondo devono comunque uscire e vagare per la città perché sono alla ricerca quotidiana di lavoretti senza i quali non portano a casa il cibo della giornata. E ancora, quella della polizia di Nairobi in assetto di guerra contro la folla che per disperazione si rifiuta di rispettare le restrizioni. Alla fine restano sul terreno più morti, compresi donne e bambini, di quelli da Coronavirus in tutto il Kenya.
Infine, terribile nella sua simbologia, la foto del miliziano libico che imbraccia il suo inseparabile mitra e combatte. Ma indossa la mascherina anticontagio, non si sa mai.

Possiamo sperare che, come si ipotizza, il Covid-19 perda forza nei climi caldi. Guai se non fosse così, perché davvero si potrebbe assistere a una strage di proporzioni bibliche. Del resto, il volume del Club di Roma su “I limiti dello sviluppo” del 1972 conteneva una proiezione della popolazione mondiale che raggiungeva il suo picco attorno agli anni nostri per poi cominciare a decrescere.
Ci sono vari libri che hanno ipotizzato un futuro molto diverso dal mondo che abbiamo vissuto fino a ieri, ma forse rivelatori di quello che i sopravvissuti affronteranno domani, se non ripensiamo urgentemente non solo il modello economico, ma l’insieme dei rapporti sociali. Mi limito a citarne tre [continua a leggere]

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A sostegno dell'appello del Governo #iorestoacasa, l’ASviS è ancora più impegnata a offrire al Paese contributi di idee, informazioni e attività formative virtuali.
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Il master Maris di 2° livello fornisce una formazione post-laurea di eccellenza sui temi della responsabilità e della rendicontazione sociale, della creazione di valore condiviso e dello sviluppo sostenibile in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L'ASviS è partner del master.
 

 

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