L’High-level political forum ha testimoniato una grande mobilitazione, ma anche molte difficoltà nella realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ora la parola passa ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi Onu.
di Donato Speroni
Quattro anni dopo l’approvazione unanime dell’Agenda 2030, i Paesi delle Nazioni Unite discuteranno lo stato di attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile nell’Assemblea generale del prossimo settembre. Nei giorni scorsi però, nel corso dell’High-level political forum (Hlpf), la riunione annuale che fa il punto sulla realizzazione degli SDGs, il vicesegretario generale dell’Onu Liu Zhenmin ha già anticipato i principali punti che dovranno essere discussi a settembre:
- La realizzazione dei Sustainable development goals (SDGs) è resa più impegnativa dal rallentamento dell’economia, che cresce a un ritmo inferiore dell’1% rispetto alla crescita media del quindicennio 2001 – 2015, quando il mondo era impegnato nei Millennium development goals (MDGs), i predecessori dei SDGs. E la situazione potrebbe peggiorare.
- La popolazione globale raggiungerà 8,5 miliardi nel 2030. Questa dinamica può offrire un dividendo demografico ai Paesi in via di sviluppo che disporranno di abbondante manodopera, ma molti giovani potrebbero restare esclusi dal mondo del lavoro: 1,8 miliardi di persone rischiano la disoccupazione cronica.
Il tema del lavoro è stato al centro dell’Hlpf, anche perché il Goal 8 (“Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”) era tra quelli sottoposti quest’anno a specifico esame, assieme al 4 (“Istruzione di qualità”), al 10 (“Ridurre le diseguaglianze”), al 13 (“Combattere il cambiamento climatico”, al 16 (“Pace, giustizia e istituzioni solide”) e al 17 (“Partnership per gli Obiettivi, che viene riesaminato ogni anno). In un side eventorganizzato il 12 luglio dall’Ituc, l’organizzazione internazionale dei sindacati, il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini ha presentato una relazione nella quale ha affrontato il problema del monitoraggio dei dati sul lavoro, che nel mondo vengono raccolti in modo diseguale e che comunque indicano un ritardo: “al ritmo attuale di miglioramento, è improbabile che nel 2030 gli Obiettivi del Goal 8 possano essere raggiunti”. [Continua a leggere]
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