QUESTA SETTIMANA: Le sfide finanziarie per uno sviluppo sostenibile
Gli investimenti che guardano all’Agenda 2030 sono in crescita, anche con nuovi strumenti. L’Onu rivede le sue strategie e in Italia si fa un primo bilancio della rendicontazione non finanziaria, da estendere alle medie imprese.
di Donato Speroni
Quanti soldi ci vogliono per salvare il mondo? Non si tratta di una domanda balzana: le scelte di sviluppo sostenibile comportano un rilevante impegno finanziario, sia da parte dei governi e degli altri soggetti pubblici, sia da parte delle imprese private. Si tratta di investimenti necessari per prevenire i danni che deriverebbero dalla “tempesta perfetta” di un Pianeta non sostenibile: l’allarme lanciato nel 2009 dal capo dei consulenti scientifici del governo inglese John Beddington, che per primo parlò di perfect storm entro il 2030, è stato rilanciato in questi giorni dal responsabile del Programma alimentare mondiale David Beasley da Roma in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
È probabilmente impossibile fare un calcolo complessivo dei costi di un mondo sostenibile, ma si comincia a fare luce su alcuni degli addendi, a cominciare dalla prevenzione del cambiamento climatico, grazie a tre fatti concomitanti: la pubblicazione del rapporto speciale dell’Ipcc sugli interventi necessari per rimanere nell’ambito di 1,5 gradi centigradi di aumento, il premio Nobel conferito all’economista William Nordhaus (assieme a un altro economista, Paul Romer) per i suoi studi sugli effetti economici del cambiamento climatico, e il vertice di Bali dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20, l’11 e 12 ottobre. [Continua a leggere]
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