Occhiali da sole (e immagini terribili) di Gigi Borgiani - Presidente Fondazione Auxilium - Genova
Ogni tanto compaiono foto che fanno gridare allo scandalo. Succede a proposito dei migranti che sono “colpevoli” di cercare un destino umano in terre che, soprattutto a motivo delle proprie radici, dovrebbero essere accoglienti. È successo nel settembre del 2015 quando apparve la foto del piccolo siriano Alan Kurdi (3 anni): la foto del suo corpicino, riverso sulla spiaggia di Bodrum, costrinse il mondo ad alzare lo sguardo sul dramma dei profughi. La settimana scorso è arrivata, dall’altra parte del mondo, la foto scattata sul greto del Rio Bravo, al confine tra Messico e Stati Uniti d’America: i corpi di un uomo e di una bambina, stretti in una sola maglietta, padre e figlioletta di 23 mesi, annegati nel tentativo di raggiungere una vita normale, lontano dagli orrori e dalle sofferenze delle loro terre.
Quante altre foto in questi anni! Sono immagini forti che abbagliano, fanno gridare “vergogna”! Poi, però, con la stessa rapidità con cui ci si indigna, torniamo a non guardare, a far finta di niente. Abbagliati dal sole cocente che affligge le nostre giornate sicure e tranquille, mettiamo occhiali da sole con lenti molto spesse per non vedere la realtà e rifugiarci all’ombra dell’ipocrisia e dell’indifferenza.