Le ONG pioniere della trasparenza
Aumenta la propensione alla cosiddetta disclosure dei dati, le ONG si confermano apripista in materia di accountability e trasparenza. Anche grazie a Open Cooperazione, sempre più organizzazioni del settore rendono pubbliche informazioni economiche e gestionali come nessun altro attore della società civile. Nel 2018 ben 49 organizzazioni hanno raggiunto un rank di trasparenza superiore al 95%, nel 2015 erano meno della metà. Negli ultimi quattro anni è cresciuto del 10% il numero di organizzazioni che sottopongono il loro bilancio economico ad una certificazione esterna operata da auditor di revisione indipendente. Oggi il 90% delle ONG con bilancio superiore a 1 milione di euro ha un bilancio certificato. Una tendenza molto positiva che va ben oltre i dettami di legge e anticipa lo spirito della riforma del Terzo Settore che prevede a partire dal prossimo anno obblighi di trasparenza per tutti gli enti del terzo settore.
“Le ONG si sono mosse per prime per dare conto in piena trasparenza del loro operato e per rispondere con i fatti a ogni tipo di accusa sull’opacità di bilanci e donazioni. Possono essere un esempio da seguire per tutto il terzo settore - sottolinea Luca De Fraia, Segretario Generale aggiunto di Action Aid Italia. Il progetto Open Cooperazione compie ormai il suo quinto anno e dimostra che le organizzazioni non governative italiane con la loro mobilitazione sul fronte della trasparenza e dell’accountability sono all’avanguardia nel rendere sempre più chiaro il percorso che fa ogni euro investito in aiuto umanitario”.
“Credo che questo impegno di trasparenza delle ONG continuerà a porterà i suoi benefici anche sul lungo periodo e smentisce clamorosamente la campagna diffamatoria che alcune forze politiche continuano ad operare a danno delle organizzazioni non governative. Secondo Elias Gerovasi - ideatore e curatore del progetto Open Cooperazione - sono proprio quelle forze politiche che in materia di trasparenza hanno invece macroscopici problemi e in alcuni casi sono già state condannate a risarcire lo stato (ad esempio i 49 milioni della Lega) o in altri casi gestiscono in modo opaco le finanze della politica attraverso fondazioni e associazioni che dovrebbero prendere esempio dalle ONG per rendere conto in modo trasparente ed efficace dei fondi pubblici e privati che percepiscono”.
In crescita anche le risorse umane
A crescere però non è soltanto il valore economico, aumentano le risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero superando quota 22 mila. Sono 3.114 gli operatori impiegati in Italia e 19.234 all’estero, 53% uomini e 47% donne. Per gli operatori in Italia resta alta la fetta di contratti a tempo indeterminato (oltre il 45%), poco più del 10% ha contratti a tempo determinato, il 29% è contrattato a progetto e il 15% attraverso consulenze a partita IVA.
A questa community si aggiunge poi il preziosissimo contributo del lavoro volontario. In crescita anche le risorse umane mobilitate dalle ONG nel volontariato. I volontari attivi e volontari in Servizio Civile che hanno operato per le ONG nel 2018 raggiungono quota 21.460, in crescita di quasi mille unità.
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