Le nuove proiezioni dell’Onu ci dicono che la popolazione mondiale continuerà a crescere, almeno fino alla seconda metà del secolo. Come evitare che si determini una situazione esplosiva per l’umanità e per l’ambiente?
di Donato Speroni
Si è parlato molto della minaccia della plastica negli oceani, al punto che si stima che il peso di questo materiale disciolto nelle acque, se non si interverrà efficacemente, nel 2050 potrebbe superare quello dei pesci. Ora però si profila una nuova minaccia: la plastificazione delle coste. Il nuovo materiale si chiama plasticrust ed è stato scoperto sulle scogliere dell’isola di Madeira da un gruppo di ricercatori del Marine and Environmental Research Center (Mare) che lo ha segnalato sulla rivista Science of the total environment. Si presenta come una crosta bluastra, “simile a un vecchio chewingum spiaccicato su un marciapiede” e la sua estensione è in aumento, tanto da coprire ormai il 10 per cento delle rocce costiere dell’isola. Gli stessi ricercatori stanno ora studiando se il fenomeno si verifica anche altrove.
Ecco un’altra notizia che si aggiunge allo stillicidio quasi quotidiano delle informazioni sulla trasformazione del Pianeta indotte dall’opera dell’uomo, in questa era ormai comunemente denominata Antropocene. Molte di queste modificazioni sono iniziate quando la popolazione mondiale era composta da due o tre miliardi di persone. Che avverrà in futuro con una popolazione almeno tripla? [continua a leggere]
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