I Paesi più deboli rischiano il collasso per le conseguenze della guerra, ma la necessità di interventi contro disuguaglianze e sfiducia che minacciano la democrazia è avvertita anche da noi. Il rapporto Bes, uno stimolo per politiche nuove.
di Donato Speroni
Per un po’ sono stato ad ascoltare. Mary Jane non ha emesso alcun suono, ma il desiderio del lago, come quello delle cicogne che lo abitano, era piuttosto chiaro: lasciateci in pace.
Si conclude così un lungo articolo di Elizabeth Kolbert sul raffinato New Yorker, nel quale si dà notizia dell’azione legale che il lago Mary Jane, insieme al lago Hart, all’isola Crosby “e a un paio di ruscelli paludosi” ha promosso per bloccare un tentativo di urbanizzazione sulle sue coste, in una delle zone a più elevato sviluppo in Florida, vicina alla città di Orlando e al Disney world. C’erano già stati casi nelle corti americane nei quali gli animali avevano fatto valere i loro diritti,
ma il caso di Mary Jane è il primo in assoluto. Mai prima d’ora un pezzo inanimato di natura ha cercato di difendersi in un tribunale. A seconda di come la pensate, la causa del lago è una forzatura oppure è un’iniziativa della quale da tempo si sentiva il bisogno. “Dobbiamo renderci conto che dipendiamo dalla natura e che la sua continua distruzione deve essere fermata” dice Mari Margil, executive director del Center for democratic and environmental rights, commentando l’iniziativa.
L’episodio si inserisce in un movimento molto ampio per difendere l’ambiente e il clima nelle sedi istituzionali. Iniziative nei tribunali contro le società che inquinano o attentano alla biodiversità, cordate di azionisti che mettono in discussione le politiche scarsamente ambientaliste delle multinazionali produttrici di combustibili fossili, nuove leggi, fino alla recente modifica costituzionale in Italia che introduce l’ambiente e la biodiversità nella Carta, sono segni potenti di un cambiamento che sta prendendo forza. Non è ancora sufficiente, in mancanza di adeguate iniziative politiche a livello nazionale e internazionale, per invertire la tendenza al degrado del Pianeta, ma certamente segnano una progressiva presa di coscienza che possiamo augurarci abbia un “effetto valanga” nel prossimo futuro. La Giornata della Terra che si celebra oggi con migliaia di iniziative ne è una potente conferma.
Questa dinamica vale per la sostenibilità ambientale. Ma che dire della sostenibilità sociale?
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