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Rotta balcanica: viaggio nella repubblica migrante della Bosnia occidentale
La rotta balcanica – via per la quale sono entrate in Europa migliaia di persone senza documenti – è ufficialmente sgombra dal 2016, come effetto dell’accordo tra EU e Turchia che costringe le persone migranti a chiedere asilo in Grecia per evitare la deportazione in Turchia. In verità però, la rotta non è mai stata davvero abbandonata e i suoi numerosi confini non sono mai stati impermeabili: nel 2017, il confine serbo-ungherese è diventato il cuneo settentrionale dove le/i migranti si arenavano (temporaneamente) alle porte d’Europa: a Belgrado, circa mille persone vivevano in strada, prima che la polizia ne distruggesse le baracche a maggio 2017; a Subotica, sul confine serbo-ungherese, Sombor e Šid, sul confine serbo-croato, centinaia di persone hanno trascorso mesi o anni in jungles, accampamenti spesso appena fuori dai campi ufficiali, con il supporto dei gruppi di attivisti di No Name Kitchen, Rigardu ed Escuela con Alma.
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