Tunisia: 7 anni dopo, cosa resta della rivoluzione dei Gelsomini?

26.01.2018 11:50

Nel Paese che fu la miccia delle primavere arabe nel 2011, per la rivoluzione del pane, a centinaia morirono nei primi giorni di lotta e in migliaia rimasero feriti. La democrazia che chiedevano è arrivata a piccolissime dosi, poi le riforme si sono interrotte del tutto. Oggi scendono di nuovo in piazza ma è altro che chiedono: vogliono che vengano riconosciuti i crimini commessi allora, in quel gennaio del 2011, che i sospetti che diedero l’ordine di attaccare e uccidere dei cittadini che manifestavano pacificamente oggi paghino per i loro crimini. Verità e giustizia. Aspettare ancora, sette anni dopo, specialmente a gennaio, per almeno trecento famiglie tunisine non è facile. Non c’è una lista finale dei colpevoli da impugnare, non c’è nessuno in cella, che ha pagato per quegli attacchi. Non c’è niente che faccia sperare nella legge che verrà fatta valere nei prossimi anni. Niente che faccia cerchiare una data ufficiale sul calendario per il riconoscimento ufficiale dei “ giovani morti della rivoluzione”. Ma, dicono le famiglie delle vittime, la Tunisia non raggiungerà mai un futuro migliore se non fa i conti con il suo peggiore passato.

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