Democrazia e stato di diritto erano già in ritirata prima della pandemia, che però ha aggravato la situazione in almeno 80 Stati. L’Onu si limita ad affermazioni di principio. Barca, Giovannini e il ruolo dei giovani.
di Donato Speroni
I cinesi sono felici ma gli occidentali non lo vogliono ammettere. Questa sorprendente affermazione è il tema di un articolo del Global times, il quotidiano in lingua inglese del governo di Pechino.
Le persone e le organizzazioni che sostengono che la popolazione cinese non è felice non sono in grado di fornire risultati di sondaggi convincenti. Hanno cercato in tutti i modi di sfruttare emozioni marginali e retorica radicale su internet come se si trattasse delle voci prevalenti, nel tentativo di provare i loro stereotipi sulla Cina. (...) Alcune élite occidentali non sopportano di vedere che i cinesi sono felici. Scelgono invece di nascondere i loro problemi e il loro disappunto maledicendo la Cina o anche modificando i risultati dei sondaggi d'opinione. Sfortunatamente per loro, questo non li aiuterà a rovesciare il tavolo. Facendo parte dell'Occidente che una volta era così forte non si devono lasciar andare a queste degenerazioni senza precedenti.
La fonte della disputa è un sondaggio di Ipsos, contestato da altre fonti, su 27 Paesi nel quale si afferma che nel mondo post-Covid i cinesi risultano i più felici, anche perché in molti altri Paesi la pandemia ha fatto arretrare la soddisfazione individuale.
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