Ci sono molte ragioni per guardare con preoccupazione al domani, ma nel mondo c’è una grande forza vitale protesa al progresso. L’Unione ha bisogno di un confronto su proposte concrete, di testa e non di pancia.
di Donato Speroni
Oggi conservare non vuol dire in alcun modo restaurare alcunché, tornare al passato. Vuol dire invece cambiare il punto di vista sul presente: per conservare un futuro nel quale sia ancora possibile riconoscersi. Ernesto Galli della Loggia: “Un’altra verità sul futuro”, Corriere della Sera 26 aprile 2023.
C’è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti. Una paura che finisce per coinvolgere anche temi più condivisi, come la battaglia per l’ambiente. Romano Prodi, intervista a Fabio Martini, La Stampa, 31 maggio 2023.
Manca un traguardo. La società va avanti per inerzia, si barcamena. Per questo c’è paura del futuro. Peccato perché quando l’Italia ha avuto un traguardo ce l’ha sempre fatta. Ora ci si accontenta che la barca vada. (...) Oggi conta solo quel che facciamo noi, non i figli. Io ho otto figli, nati e cresciuti in un’Italia molto più povera, ma che scommetteva sul futuro. Oggi invece, come dicevo, manca un traguardo. Giuseppe De Rita, intervista a Francesco Rigatelli, La Stampa del 4 giugno 2023: “La crisi è sociale, non economica. Italiani spaventati perché senza obiettivi”.
Tre commentatori, di cultura e orientamento diverso, affrontano temi diversi: Galli della Loggia si interroga sui valori di un moderno partito conservatore; Prodi denuncia l’“autoritarismo” del governo Meloni; De Rita risponde sulle ragioni che inducono gli italiani a fare così pochi figli. Ma tutti convergono sulla stessa diagnosi: la paura del futuro. Una profonda incertezza che impedisce di porsi traguardi collettivi, come segnala De Rita e che si presta a strumentalizzazioni politiche. Le ricette per costruire un futuro accettabile possono essere diverse a seconda degli orientamenti, ma non sono mai costruttive se fanno leva soltanto sulle paure del presente per prospettare una retrotopia, cioè un impossibile ritorno al passato. Come scrive lo stesso Galli della Loggia,
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