Cresce nel mondo il numero dei rifugiati e anche quello dei migranti economici, mentre si avanzano previsioni drammatiche sugli effetti della crisi climatica. Ma finora la comunità internazionale si è mossa poco e male.
di Donato Speroni
Every action counts, everyone can make a difference è l’appello lanciato quest’anno dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni unite che si occupa dei profughi, in occasione della giornata internazionale del rifugiato che si tiene ogni anno il 20 giugno. L’invito globale a impegnarsi perché “ogni azione conta e può fare la differenza” è più che mai giustificato se si guardano le ultime cifre sulle migrazioni.
Come indicato nel Rapporto Unhcr pubblicato il 18 giugno, alla fine del 2019 il totale delle persone costrette a lasciare il proprio luogo di residenza per conflitti, persecuzioni o altre cause che avevano reso la loro permanenza impossibile. ammontava a 79,5 milioni, con un aumento di quasi 9 milioni rispetto all’anno precedente. Di questi, 45,7 milioni hanno trovato rifugio nello stesso Paese, mentre quelli costretti a cambiare Paese si dividono tra 4,2 milioni con lo status di richiedenti asilo (in attesa di una risposta) e altri 29,6 milioni di rifugiati. Di questi ultimi, circa la metà ha meno di 18 anni.
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