Il Rapporto ASviS 2019 mostra un trend positivo per quanto riguarda il Goal 2 dell'Agenda 2030 "Sconfiggere la fame". Tra il 2010 e il 2016 sono aumentate la produzione e le superfici agricole destinate al biologico. A livello territoriale la situazione è migliorata soprattutto in Umbria e Lazio, peggiorano invece Lombardia e Veneto. Nel biennio 2016-2017 è però ripreso a crescere l’utilizzo di fertilizzanti in agricoltura (+7,1%).
Nonostante i numerosi interventi dell'ultimo anno, che hanno avuto un impatto sul superamento della povertà alimentare, sul nesso tra alimentazione e salute e sulla crescita sostenibile del sistema alimentare, l'ASviS evidenzia la mancanza di una strategia sulla sostenibilità ambientale del settore e ritiene fondamentale ripensare le strategie per l’innovazione di prodotto, ispirandole sempre di più ai principi dell’economia circolare.
Dal 2010 al 2017 si segnala un miglioramento per il Goal 3 "Salute e benessere". In particolare, a partire dal 2015 si registrano una riduzione della probabilità di morte sotto i cinque anni (3,4 decessi entro i cinque anni per mille nati vivi nel 2017) e un aumento delle persone sopra i 14 anni che praticano attività fisica. A peggiorare è il tasso di mortalità per incidente stradale, tornato ad aumentare nel 2017.
Le risorse stanziate per far fronte all’inadeguatezza delle infrastrutture tecnologiche e alla carenza del personale, per promuovere e diffondere stili di vita sani, per migliorare le condizioni delle persone con disabilità, risultano però insufficienti. È necessario attuare e integrare il "Decalogo per la Salute Sostenibile" elaborato dall’ASviS.
Sul Goal 4, "Istruzione di qualità", tutte le regioni italiane mostrano un netto miglioramento, in particolare quelle del Nord e Centro Italia. Permangono, però, ancora forti disuguaglianze dovute principalmente al divario del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale, particolarmente evidente per la quota di laureati tra i 30-34 anni (21,6% nel Mezzogiorno, rispetto alla media nazionale del 26,9%), e per l'uscita precoce dal sistema di formazione che si attesta al 18,5% rispetto al 14% dell’Italia.
Inoltre, nell'ultimo anno è aumentata la quota di dispersione scolastica, soprattutto per quanto riguarda la componente femminile, con un tasso di abbandono scolastico al 14%. Inoltre, con la Legge di Bilancio sono stati realizzati dei passi indietro rispetto all’Alternanza scuola-lavoro e ai percorsi triennali di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione docente.
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