ASVIS - QUESTA SETTIMANA - I valori dell’Occidente non sono più credibili se non si riducono le disuguaglianze

29.04.2024 11:30

Le guerre in corso hanno rinsaldato i legami tra le nazioni del G7, ma hanno evidenziato la divaricazione dai Paesi emergenti. Per ricucire la tela dell’Agenda 2030 e del multilateralismo serve un’Europa con capacità di leadership.

di Donato Speroni

La linea del cambiamento di data passa nello stretto di Bering tra le due isole Diomede. Se a mezzogiorno dalla Grande Diomede, che appartiene alla Russia, si attraversano i quattro chilometri di gelido mare per approdare nella Piccola Diomede che fa parte dell’Alaska, si dovranno aggiornare gli orologi a poco dopo le tredici del giorno precedente.

Per i geografi, la linea del cambiamento di data segna il confine tra Occidente e Oriente. Dal punto di vista geopolitico però dovremmo spostarci di almeno tre fusi orari per includere anche il Giappone e la Corea del sud, se non l’Australia, perché per “Occidente” si intende l’insieme di Paesi ricchi, industrializzati, uniti da valori comuni. La scelta di rafforzare i legami di questa comunità nacque da un’idea del presidente francese Valéry Giscard d'Estaing, in collaborazione con il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Il primo G6, tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia e Giappone si riunì nel castello di Rambouillet, in Francia, dal 15 al 17 novembre 1975. L’anno dopo l’incontro fu esteso al Canada e nel 1998 alla Russia, quando si sperava che Mosca tendesse ad assimilarsi all’Occidente; ma queste speranze furono deluse e nel 2014, dopo l’invasione della Crimea, la Russia fu espulsa e il G8 divenne definitivamente G7.

Il significato di questa unione si è però evoluto negli anni, così come l’importanza dell’altra grande alleanza dell’Occidente, di tipo militare: la Nato. Nel 2019, in una intervista all’Economist, il presidente francese Emmanuel Macron decretò la “morte cerebrale” della Nato: l’Europa si sentiva sempre più distante dagli Stati Uniti presieduti da Donald Trump. Ma le cose cambiarono radicalmente con l’invasione russa dell’Ucraina. La Nato fu rivitalizzata estendendosi anche a Svezia e Finlandia e si è tornati a parlare di Occidente come di un insieme di Paesi uniti da forti legami politici, economici e culturali. In questo anno di crisi e di presidenza italiana del G7, le riunioni urgenti convocate on line da Giorgia Meloni con gli altri leader sono un segno della riacquistata importanza di questa “comunità delle democrazie”.

L’invasione dell’Ucraina ha portato però a una constatazione allarmante, che denota una nuova situazione geopolitica: non solo la Cina, ma anche molti altri Paesi importanti non si sono mostrati disposti a seguire Stati Uniti ed Europa sulla strada delle sanzioni contro la Russia.

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a cura di Maddalena Binda, Milos Skakal e Antonella Zisa
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